Il suo «accoltellatore» assunto a Guidonia grazie al concorso col trucco, la «vendetta» di Marino
ROMA – La storia risale al 2014, sembrava un grosso scandalo ma negli anni si è rivelata priva di fondamento principalmente sotto il profilo giudiziario. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stato sempre prosciolto da qualsiasi addebito sugli scontrini e la vicenda della Panda rossa fu probabilmente montata ad arte per danneggiarlo.
La storia della Panda rossa parcheggiata senza permesso all’interno della Ztl del centro di Roma, quella degli scontrini delle cene private caricate sulle carte di credito del Campidoglio si erano però talmente ingigantite sui giornali e televisioni da portare all’addio l’ex sindaco di Roma Capitale. Marino lasciò il suo incarico nell’ottobre 2015, costretto dalle dimissioni di massa dei consiglieri comunali del suo stesso e principale partito che lo sosteneva: il Pd. Uno di quei consiglieri, Marco Palumbo, ancora presente nell’assise capitolina e presidente della commissione Trasparenza di Roma Capitale, è stato assunto tre mesi fa al Comune di Guidonia Montecelio grazie al concorso «col trucco» tenuto nel 2020 dal Comune di Allumiere, che ha garantito il posto fisso a una sfilza di politici come Palumbo (La graduatoria fa miracoli, entrano il consigliere (Pd) di Roma Capitale e il portaborse del grillino Porrello) e di assistenti di esponenti dem al Consiglio regionale del Lazio.
Una vicenda che scuote il sistema nervoso dei piddini a Roma e alla Regione Lazio, dove il clima è da tutti contro tutti e sulla quale ieri è intervenuto anche Marino con un lungo post su Facebook: «Durante la campagna elettorale per la mia sindacatura, nel 2013, ho ribadito molte volte che non avrei mai assunto o scelto nessuno sulla base di conoscenze, amicizie o tessere di partito, ma selezionando solo su curricula e merito. Tutti, compresi i rappresentanti del Partito Democratico, applaudivano. Dopo la mia elezione – ha scritto Marino – gli stessi si presentarono con la lista di parenti, conoscenti, amici e tesserati, per chiederne l’assunzione e, alla mia opposizione, risposero che quella era “soltanto campagna elettorale”».
«Questo articolo (commenta Marino pubblicando uno dei tanti articoli usciti sulla stampa ndg) racconta come funzionano le cose nel Pd e in altri partiti come MoVimento 5 Stelle e Lega – Salvini Premier e, guarda caso, narra del comportamento di due dei miei accoltellatori dal notaio, che decretarono la fine della mia sindacatura, Michela Di Biase, moglie del ministro Dario Franceschini e Marco Palumbo». Palumbo assunto a Guidonia, Michela Di Base, oggi consigliere regionale del Pd, sarebbe parte della «cricca» che dall’interno dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio ha deciso le assunzioni di massa scorrendo la graduatoria chilometrica (74 idonei non vincitori di concorso) per dislocare politici e segretari del Pd negli uffici della stessa Regione, dei Comuni di Guiodonia Montecelio, Tivoli, Monterotondo, solo quelli d’interesse della provincia a Nord-est di Roma.
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