220 salme detenute illegalmente nel deposito cimiteriale, i grillini verso un’altra sentenza avversa – Guidonia
GUIDONIA – Lunedì 16 novembre la giunta grillina ha deliberato l’atto che spiana la strada al privato nella gestione del cimitero. Dopo quattro anni di «rallentamenti» e bastoni tra le ruote, Michel Barbet ha ceduto su tutta la linea. Concedendo, dopo 4 anni di contenziosi amministrativi finiti a suo sfavore: 1) Il collaudo dei 2036 loculi che inizialmente voleva demolire perché a suo dire abusivi; 2) La realizzazione di un campo di inumazione per la collocazione di 195 mummie, dal 2016 illegalmente conservate in un deposito di fortuna ricavato all’interno della cappella cimiteriale; 3) La ricerca di un accordo transattivo sui contenziosi legali ancora aperti tra il Comune di Guidonia Montecelio e il consorzio Comor Srl e Socim Srl dell’imprenditore Innocenzo Morasca, che nel 2014 aveva avuto in concessione la gestione del cimitero comunale.
Un miracolo si potrebbe pensare. Per i bene informati, invece, a smuovere le acque stagnati dell’immobilismo stellato sul cimitero di via Romana, è stata la paura del sindaco di vedere l’Ente ancora soccombente contro il privato, nell’ ulteriore procedimento intentato da Morasca e in discussione martedì 17 novembre (oggi) presso il tribunale. Starebbe tutta lì l’urgenza della ricerca di un accordo. Soprattutto sul destino delle 195 salme accatastate nel deposito cimiteriale da 4 anni. Rimaste in giacenza illegale nonostante gli esposti, le sentenze che intimavano al sindaco la rimozione, i solleciti arrivati dalla Asl Rm5. Insomma, Barbet avrebbe dovuto provvedere e da un pezzo a garantire degna sepoltura a quei resti mortali anche in esecuzione di sentenze definitive. Ma solo adesso la sua giunta ha dato mandato agli uffici di procedere con l’approvazione del progetto di realizzazione di un campo di inumazione, così come già proposto dal consorzio, dove dare finalmente sistemazione alle 195 mummie ancora stipate nel deposito della cappella cimiteriale. Ma sarebbero 220 le salme parcheggiare in attesa di tumulazione. I numeri li ha forniti il consigliere di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo nell’ultima interrogazione di qualche giorno fa. In cui, ancora, Ammaturo denuncia un cimitero al collasso, lunghe attese per le sepolture a causa della mancanza di loculi.
In realtà la Comor ne aveva costruiti 2036 tra il 2014 e il 2016, solo che il Comune voleva prima demolirli e poi differiva alle calende greche le operazioni di collaudo. Fino all’atto indirizzo di oggi con cui la giunta dà mandato, inoltre, agli uffici comunali, di valutare la possibilità di procedere alla individuazione di una terna di professionisti per il collaudo dei loculi e dei 695 ossari realizzati da Morasca, al quale spetterà di pagare i 165mila euro di parcelle dei tecnici. A fronte dei 200mila euro annui che il consorzio deve corrispondere all’Ente quale prezzo della concessione ma mai versati perché oggetto di annoso contenzioso.
A pesare ulteriormente sulla gravita della situazione i cui versa il camposanto, c’è la nota del 13 maggio scorso firmata dagli ispettori del Dipartimento di prevenzione della Asl Roma 5. Che dopo un’ispezione, disposta sul pericolo di gravi ripercussioni per la salute pubblica, avevano intimato a Barbet di liberare il deposito. Era stato Innocenzo Morasca a sollecitare l’intervento della Asl all’interno del locale, che è interrato e misura circa 100 metri quadrati. E che al momento del sopralluogo era dotato di un impianto dell’aria non funzionante.
Un esposto arrivato al culmine del braccio di ferro tra Morasca e l’amministrazione grillina. Cominciato nel 2017, quando l’allora dirigente all’Urbanistica Paola Piseddu firmò una ordinanza folle di demolizione dei loculi e degli ossari, con la motivazione che erano stati realizzati in assenza di un titolo abilitativo efficace. Il provvedimento fu poi annullato dal Tribunale amministrativo. Ne seguiva un lungo contenzioso che nel 2018 aveva condannato il Comune (ancora) a provvedere a proprie spese alla rimozione dei 195 cadaveri mummificati giacenti nel deposito. all’interno di bare spesso deteriorate. Ora, la resa incondizionata dell’amministrazione dà una svolta alla vicenda, mancano però le scuse e le ammissioni di responsabilità.