Dipendenti contro i metodi autoritari del dirigente, la Cgil accusa Barbet di complice immobilismo – Guidonia
GUIDONIA – Una situazione di stallo inaccettabile a cui il Comune di Guidonia Montecelio è voluto arrivare. Di totale immobilismo che ha compromesso la condizione di imparzialità alla quale un sindaco si deve attenere, fronteggiando con equità e decoro tutte le «condotte vessatorie» di cui sono vittime i dipendenti di cui egli è datore di lavoro. È un duro atto d’accusa quello firmato dal segretario della Cigil Roma Est-Valle dell’Aniene Funzione pubblica Cadia Liberti nei confronti del sindaco grillino di Guidonia Montecelio Michel Barbet. Considerato, per giurisprudenza consolidata e almeno un paio di articoli del codice civile, direttamente responsabile della «lesione sofferta dal lavoratore in conseguenza della condotta del datore di lavoro che abbia violato le norme di sicurezza su lavoro, incluse le lesioni della personalità morale». Stando al sindacato, Barbet, più volte messo al corrente delle denunce di numerosi dipendenti, si sarebbe voltato dall’altra parte in un primo momento, salvo addirittura difendere per iscritto l’operato del dirigente, presunto autore delle vessazioni. Fino a ribadirgli la piena fiducia per l’ottimo lavoro svolto nella nota del 30 luglio 2020 (numero di protocollo 60137).
Sotto la lente della Cgil, la condotta del dirigente alla Cultura, Sport, Servizi sociali Carola Pasquali definita «ormai nota» nella nota del 5 novembre scorso (numero di protocollo 663/2020), in ordine a motivazioni «già ampiamente scritte e descritte a questa amministrazione».
I dipendenti in un numero statisticamente rilevante hanno lamentato «problemi di natura organizzativa, di natura logistica, di relazione interpersonale con l’Area di dirigenza – scrive il sindaco – i nostri iscritti e iscritte lamentano di non essere sufficientemente coinvolti nelle attività di programmazione e/o organizzazione delle attività, oltre al fatto che il dirigente spesso zittisce e ammonisce in modo sgarbato. Tutto è stato originato dal rapporto con il quale il dirigente ha impostato il quotidiano agire con metodi sovente offensivi, autoritari con il costante ricorso a rimproveri tesi a sanzionare, impedendo di fatto ogni tentativo di collaborazione in un clima generale di tensione».
Scrive ancora la Cgil: «Il dirigente ha sempre agito in modo tale da causare pressioni, talune in forma scritta, attraverso l’apposizione di termini perentori ad ogni procedimento richiesto e spesso con atteggiamenti plateali tesi a screditare i dipendenti in qualsiasi situazione, anche in presenza di persone esterne al Comune. Per citarne uno dei tanti episodi accaduti alle assistenti sociali durante la partecipazione a un corso di formazione». Secondo i sindacati, ma anche dalle testimonianze raccolte da chi scrive, la condizione riguarderebbe un numero elevato di dipendenti, tra cui amministrativi e assistenti sociali, fino a farne un «caso» all’interno dell’Ente.