Covid, sindaci in rivolta, Varone (Anci Lazio): assurdo scaricare la responsabilità del «coprifuoco» sui Comuni
«SONO molto contento che il Premier Conte abbia citato i sindaci e i Comuni all’inizio del suo intervento da Palazzo Chigi, ma devo dire che come amministratori ci aspettavamo altro. Non è possibile che il Governo “scarichi” sui Sindaci funzioni di così grande responsabilità, come la chiusura di strade e piazze, dopo mesi in cui il ruolo delle stesse amministrazioni è stato sottovalutato. Se è di “coprifuoco” che parliamo, allora il Governo deve definire chiaramente con quali forze, modalità e tempi vanno effettuati i controlli, ma soprattutto chiarisca chi deve provvedere; i Comuni non possono fare da cuscinetto contro l’urto di una decisione che, sinceramente, non capiamo e non possiamo capire. Palazzo Chigi non ci lasci soli». Riccardo Varone, presidente dell’Anci Lazio, sposa le posizioni di Antonio De Caro, il presidente dell’Anci nazionale che è stato i durissimo nei confronti del Dpcm, l’utimo, emanato da Palazzo Chigi: «Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso». Nella sostanza, l’accusa è di avere dirottato all’esterno il compito socialmente più ingrato. «Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra?».
Le limitazioni locali
Come misure di contenimento della diffusione del cCoronavirus è previsto nel Dpcm il blocco al consumo di alcolici in piedi fuori dai locali dalle 18, tavoli al ristorante fino a mezzanotte e al massimo per sei, inoltre all’esterno degli ambienti dovrà essere riportato il numero massimo di clienti consentiti al chiuso. Le palestre rimarrano per ora aperte, come richiesto dai presidenti di Regione, ma con riserva: le strutture incassano al momento una settimana di tempo per adeguarsi in maniera rigorosa ai protocolli. Gli sport di contatto a livello amatoriale, come calcetto e basket, restano vietati con uno stop anche per le relative associazioni e scuole per bambini e ragazzi. Sul fronte dell’alleggerimento del trasporto locale, l’unica soluzione individuata è quella di allargare la quota di persone in smartworking. Nessuna riduzione della quota di riempimento dei mezzi pubblici di trasporto. Anche il calendario sugli orari delle scuole potrà cambiare con ulteriori scaglionamenti, anche mediante eventuali turni pomeridiani e l’ingresso non prima delle 9, che puntano a limitare il rischio caos nelle ore di punta. Sulla didattica a distanza invece è stato previsto che le scuole superiori possano incrementarla – ma rimane complementare a quella in presenza – solo in caso di criticità delle situazioni sanitarie locali e comunque comunicandolo al ministero dell’Istruzione. Decidono i sindaci e i dirigenti scolastici.