Guidonia, sull’Inviolata i grillini confusi ricorrono a due leggi confliggenti che si annullano tra loro
GUIDONIA – Delle due l’una: o «l’area vasta», che più o meno coincide con i confini già disegnati dalla Soprintendenza del Lazio, è segnata da un inquinamento equipollente alla Valle del Sacco, che per chilometri ha distrutto ogni forma di vita vegetale e animale, oppure è una zona di pregio dell’Agro romano con al suo interno una vasta gamma di flora e fauna da preservare con l’istituzione di un Parco naturalistico archeologico più grande dell’attuale. Insomma, i grillini sono confusamente iperattivi, e nella guerra senza quartiere al Tmb dell’Inviolata, nell’arco di due settimane, hanno sposato due proposte alternative attraverso il ricorso a due leggi che configgono tra loro.
La prima, alla quale si sono richiamati attraverso una delibera di giunta, riguarda l’applicazione di una legge regionale del 2019 fatta apposta per affrontare l’inquinamento della Valle del Sacco, dove negli anni le istituzioni sono dovute ricorrere a misure straordinarie per arginare la grave condizione di contaminazione del suolo e delle acque, conseguenza di una grave forma di inquinamento industriale su un’ampia area della provincia di Frosinone, la quale ha reso necessaria, in via estrema, anche l’evacuazione di centri abitati, l’abbattimento di capi di bestiame, il divieto di pascolo e coltivazione di migliaia di ettari. Un ecosistema compromesso da decenni di scellerata attività dell’uomo con gravi ripercussioni sulla vita delle comunità e della stessa salute pubblica. Per i grillini che siedono a Palazzo Matteotti, una condizione similare a quella del Parco dell’Inviolata, poco più di 500 ettari lambiti da una discarica dismessa, nella narrazione compromessa da un inquinamento che rende necessaria l’applicazione delle stesse misure adottate nella Valle del Sacco su un’area vasta, che più o meno coincide con il confini tracciati dalla Soprintendenza nel 2015 per estendere il vincolo della tutala ambientale dalla Palombarese e fino alla Tiburtina, includendo Castell’Arcione, l’area industriale di Santa Sinfosora, i terreni interessati dalla Tiburtina bis e dall’ampliamento dei mercati generali.
Da altro versante, l’ampliamento interessa il territorio del Comune di Santangelo Romano e parte di Fonte Nuova nella frazione di Santa Lucia. Una istanza presentata dai grillini alla Regione Lazio attraverso questa letterina/2 scritta dal sindaco Michel Barbet e inviata al presidente Nicola Zingaretti.
Contestualmente, quella stessa area, è presa in considerazione per l’ampliamento del Parco dell’Inviolata con la motivazione che trattasi di zona di pregio da un punto di vista naturalistico, dove sopravvivono numerose specie faunistiche e floraistiche in un habitat unico in Italia. Lo dicono gli studiosi esperti di alcune associazioni di tutela che della materia si sono occupati a livello scientifico con la pubblicazione di libri e manuali. La prova che praticamente non è vero che quell’area vasta è la Terra dei Fuochi. La proposta di ampliamento rispetto agli attuali 530 ettari circa, porta la riserva ad una estensione di 1800 ettari ulteriori. Almeno questo ha detto il proponente consigliere regionale Valerio Novelli (5Stelle) durante una intervista di qualche giorno fa a Radio Roma Capitale. La iniziativa di legge di revisione dei confini dell’area protetta è pronta, protocollata ieri lunedì 5 ottobre. Per stessa ammissione di Novelli appoggiata anche del Partito democratico in consiglio regionale su espressa indicazione del capogruppo Marco Vincenzi. La cartografia allegata alla proposta di legge non è ancora nella disponibilità degli addetti ai lavori, né Michel Barbet, che ne ha caldeggiato l’Iter, si è lasciato scappare una parola con le opposizioni sull’area vasta soggetta a vincolo. La quale, nelle prospettive politiche, dovrebbe diventare a vocazione agricola con l’attuazione del Pua. Sementi e ortaggi nella Terra dei fuochi? Dalle parole di Novelli si è anche capito che potrebbero finire sotto tutela un paio di zone industriali già destinate, sotto il profilo urbanistico, allo sviluppo socio economico. E ancora, futuri e importantissimi cantieri legati alla mobilità del terzo millennio nell’ asse tiburtino. Alcuni dettagli si sono appresi stamattina in commissione Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio dove Novelli è stato sentito in audizione. Ha illustrato ai commissari il nuovo perimetro che deve portare l’Inviolata a diventare riserva più grande anche del Parco dell’Appia Antica. Con tutto ciò che questo comporta in termini di aggravio delle procedure burocratiche per qualunque autorizzazione all’interno delle aree protette. Era la risposta dei 5Stelle alle sollecitazioni di certo elettorato di riferimento, quel legalambientalismo di stampo novecentesco, incapace di guardare a forme moderne di sviluppo compatibile su un’area già fortemente urbanizzata come quella d’interesse. Sparuti gruppetti di ambientalisti local che negli anni ’90 del secolo scorso hanno guardato troppi film come il Rapporto Pelican e Erin Brockovich.