«Gravi e persistenti violazioni di legge», sulle cave l’ex grillino Giarrusso chiede al ministro la testa di Barbet
GUIDONIA – «Gravi e persistenti violazioni di legge». È uno dei casi in cui il ministro dell’Interno può disporre lo scioglimento del consiglio comunale e d’imperio scrivere la parola fine sotto l’amministrazione 5Stelle. Tutto previsto all’articolo 141 del decreto legislativo 267 del 2000, che mette in fila le fattispecie di applicazione prevedendone le modalità: un decreto del Presidente della Repubblica, che su proposta di Luciana Lamorgese, numero uno del Viminale, illustri i motivi dello scioglimento. Sulla base degli «elementi di condizionamento» del sindaco e dei suoi collaboratori, più in generale della macchina burocratica, che al Comune di Guidonia Montecelio avrebbero determinato «gravi e persistenti violazioni di legge». È quanto sostiene il senatore ex grillino Mario Michele Giarrusso in una interrogazione inoltrata al ministero dell’Interno con cui chiede di dimissionare Michel Barbet con due anni d’anticipo sulla scadenza naturale del mandato. Giarrusso chiede quindi di inviare a Palazzo Guidoni una commissione prefettizia (con funzione ispettiva) a indagare sulla gestione del settore Cave. Da dove l’ex assessore alla Legalità Davide Russo (fedelissimo di Giarrusso) è stato allontanato senza particolari motivazioni, dopo le numerose denunce e/o esposti presentati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli. Sotto la lente delle «gravi e persistenti violazioni di legge», il mancato versamento dei circa 40 milioni di debito fiscale accumulato negli anni dalle imprese estrattive; le fideiussioni scadute o contraffatte con cui le aziende del travertino avrebbero operato nel disinteresse dell’amministrazione; la particolare accondiscendenza con cui i rappresentanti 5Stelle avrebbero trattato la materia in sedi istituzionali come le commissioni consiliari, dove al presidente del consorzio di categoria (il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano) Filippo Lippiello sarebbe stata data parola in tema di convenzione, un testo in via di stesura che dovrebbe regolare i rapporti tra le imprese e l’Ente pubblico. Comportamenti considerati anomali da Giarrusso, tali da provare la sussistenza di «elementi di condizionamento» del sindaco e della sua amministrazione. Di seguito il testo integrale dell’interrogazione:
«Nel territorio di Guidonia Montecelio (Roma) operano, nel settore estrattivo del travertino romano, diverse imprese autorizzate dal Comune in base alla legge regionale del Lazio 6 dicembre 2004, n. 17 – è scritto nell’interrogazione -; l’autorizzazione ha per oggetto il piano di ricerca, di coltivazione e di recupero ambientale e contiene, comunque, le prescrizioni da osservare nell’attività estrattiva e negli interventi di recupero ambientale, la durata in relazione alla quantità e qualità dei materiali estraibili, nonché, per l’attività di coltivazione di cava e torbiera e per il relativo ampliamento, anche l’obbligo del versamento del contributo per il recupero ambientale; l’art. 14 della legge regionale prevede che i rapporti tra il Comune e il titolare dell’autorizzazione sono regolati da apposita convenzione che ha ad oggetto gli obblighi e gli oneri finanziari a carico del titolare stesso e, in particolare: a) la garanzia fideiussoria, relativa alle opere di recupero ambientale previste dal piano di ricerca e dal piano di coltivazione e di recupero ambientale; b) il contributo per il recupero ambientale di cui all’articolo 15, esclusivamente per l’attività di coltivazione di cava e torbiera e per il relativo ampliamento; c) la realizzazione delle opere connesse all’attività estrattiva; d) la realizzazione delle opere necessarie per la salvaguardia del territorio e dei terzi e di quelle per il recupero ambientale dell’area interessata; e) la realizzazione delle opere necessarie alla manutenzione delle infrastrutture interessate dall’attività estrattiva; secondo quanto riportato da fonti di stampa, si apprende che l’ex assessore per la legalità del Comune di Guidonia Montecelio avrebbe presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Tivoli sulla contraffazione di polizze fideiussorie presentate dai titolari al Comune; inoltre, si apprende da notizie di stampa che l’inchiesta della Procura della Repubblica di Tivoli sulle fideiussioni vedrebbe “attualmente indagato uno stimato broker di Tivoli nonché punto di riferimento per molti imprenditori delle cave, agente di compagnie assicurative come Groupama ed Elba Assicurazioni, titolare di Assigroup 2015 Srl e Alpha Group, nella quale avrebbe falsificato anche la firma del notaio per autenticare gli atti da presentare al Comune; il Comune di Guidonia Montecelio dovrebbe riscuotere dalle imprese del settore estrattivo circa 40 milioni di euro corrispondenti ad imposte arretrate e la società di riscossione dell’ente avrebbe avviato tra gennaio e febbraio 2020 azioni esecutive nei confronti dei titolari delle cave; alcune imprese, a seguito delle azioni esecutive, avrebbero scritto un’istanza al sindaco nonché all’ex assessore per le finanze per ottenere la sospensione immediata delle procedure esecutive con rinuncia ai pignoramenti eseguiti ed alle domande di iscrizione ipotecarie già formulate, e per non farne avviare di ulteriori; a tal fine, l’amministrazione comunale si sarebbe attivata per favorire le imprese del settore attraverso la modifica del regolamento comunale per la concessione di rateizzazioni per il pagamento delle entrate tributarie, approvato in Consiglio comunale in data 8 marzo 2020 con i soli voti di 10 consiglieri comunali di maggioranza; in particolare, nella fase di redazione delle modifiche del regolamento comunale sarebbero stati coinvolti il legale di un’impresa del travertino e un legale in rappresentanza dell’ente senza nessun incarico formale; inoltre, da fonti giornalistiche si evince che sarebbe stata inviata alla Procura della Repubblica di Tivoli, all’Anac, alla Corte dei Conti e per conoscenza anche all’ex presidente del Consiglio comunale di Guidonia Montecelio (dimessosi a luglio 2020) una lettera anonima su quanto sarebbe accaduto durante lo svolgimento della commissione consiliare ambiente tenutasi il 4 giugno 2020, alla quale avrebbe partecipato il presidente del centro per la valorizzazione del travertino romano e, in assenza del dirigente del settore ambiente, il presidente della commissione avrebbe fatto intervenire l’imprenditore per spiegare il nuovo schema di convenzione tra il Comune e le imprese del travertino da approvare in Consiglio comunale; considerato che, sempre per quanto risulta: le imprese del settore del travertino romano non possono operare in assenza di una polizza fideiussoria, come previsto dalla legge regionale n. 17 del 2004; il dirigente del settore ambiente, architetto Egidio Santamaria, da mesi non interviene formalmente alla sospensione delle autorizzazioni come previsto dalla legge regionale, cercando in qualche modo, mediante proroghe, di far proseguire l’attività di escavazione; il Comune di Guidonia Montecelio è un ente in una situazione finanziaria di pre-dissesto e l’amministrazione comunale, non riscuotendo le imposte da parte delle imprese del settore, starebbe mettendo in difficoltà l’ente e di fatto non starebbe tutelando gli interessi della città,
si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti; se intenda promuovere, nell’ambito delle rispettive attribuzioni, le opportune verifiche, mediante l’invio di una commissione prefettizia di accesso, sulle criticità sollevate relativamente alla gestione amministrativa del Comune di Guidonia Montecelio; se non intenda valutare i presupposti per attivare la procedura di cui all’articolo 141 e seguenti del testo unico sugli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) al fine di verificare la sussistenza di violazioni di legge nonché di elementi di condizionamento dell’amministrazione, anche in considerazione delle numerose denunce presentate dall’ex assessore per la legalità, dottor Davide Russo, il quale sarebbe stato inspiegabilmente e bruscamente allontanato dall’amministrazione stessa senza palesarne i motivi».