Falso materiale e abuso d’ufficio ai danni delle cave, il Cvtr contro l’ex dirigente Piseddu e il funzionario
GUIDONIA – Falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, rifiuto d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Sono questi i tre titoli di reato già ipotizzati per il dirigente Paola Piseddu nel procedimento penale 1662/19 aperto presso la Procura di Tivoli. Adesso però il Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano (Cvtr) con un esposto nuovo di zecca, coinvolge anche in concorso il funzionario Donatella Petricca per fatti accaduti (tra il 2017 e il 2019) quando assieme gestivano gli atti dell’ufficio Cave e Attività estrattive.
A ipotizzare il reato di abuso d’ufficio è il pool di avvocati del Cvtr, nella denuncia costruita sulla rilevante documentazione probatoria che per i legali denoterebbe «un comportamento illegittimo, vessatorio e persecutorio delle due funzionarie del Comune di Guidonia Montecelio nei confronti del settore estrattivo del travertino romano». Condotte che «costituiscono un’evidente deviazione rispetto ai principi a cui la pubblica amministrazione dovrebbe attenersi». A firmare l’esposto, il presidente del Cvtr Filippo Lippiello e l’intero consiglio di amministrazione. Ma veniamo ai fatti. In particolare, nella denuncia, gli imprenditori sottolineano, documenti alla mano, come Piseddu in concorso con Donatella Petricca, responsabile dei procedimenti amministrativi relativi al settore estrattivo, avrebbero sistematicamente «dilatato i tempi, ovvero ostacolato le pratiche sotto svariati pretesti» delle procedure oggetto di rinnovo o di proroga delle autorizzazioni a cavare. Incorrendo così nel comportamento delittuoso tracciato dal codice penale per il reato di abuso d’ufficio. Cioè le due, dopo avere inviato i «preavvisi di diniego» alle aziende e recepito le controdeduzioni e osservazioni, «anziché provvedere alla doverosa emissione dei provvedimenti definitivi di rilascio, vi hanno fatto calare il più assoluto silenzio».
Anche sul recupero ambientale, attraverso l’utilizzo di terre e rocce da scavo, le due funzionarie avrebbero messo in campo un comportamento discriminatorio e dunque lesivo dell’attività d’impresa, fino a cagionare gravi danni economici e d’immagine. Nel particolare, il Comune di Guidonia Montecelio, ha negato l’uso dei materiali per i ritombamenti nonostante la legge lo consenta nei distretti industriali estrattivi dello stivale. «L’opposizione strumentale delle funzionarie» emergerebbe con chiarezza dai contenuti di alcune lettere di diniego, a firma Piseddu, fatte pervenire ad alcune aziende, tali da tracciare l’ipotesi di resto di abuso d’ufficio. A tutela di queste imprese – scrivono gli avvocati nell’esposto – è intervenuto il Centro inviando alla dirigenza una articolata opposizione e chiedendo di fornire un doveroso chiarimento. Ovviamente per iscritto. La dirigenza non ha mai dato alcuna risposta, così derogando ai doveri d’ufficio.
Sotto la lente delle anomalie sono finite anche le procedure di verifica dello stato dei luoghi attraverso i sopralluoghi disposti dal Comune per il controllo dei ripristini ambientali. Sul punto, le contestazioni riguardano soprattutto l’operato di Donatella Petricca, che ha inviato i preavvisi di verifica «sotto forma di avvisi di accesso in cava, vessatoriamente solo all’ultimo momento, ovvero due giorni prima», per di più omettendo una serie di informazioni al contrario previste dalle norme a tutela delle aziende.
Tra i fatti specifici messi in elenco nella denuncia, tutti supportati da documentazione probatoria, «si rilevano una serie di passaggi paradigmatici dell’atteggiamento di pregiudiziale contrapposizione delle funzionarie coinvolte nei confronti degli esponenti. La condotta delle quali è innegabilmente connotata da un atteggiamento non imparziale, distaccandosi in tal modo dal precetto costituzionale» dell’imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione. Determinando un comportamento considerato «illegittimo se non vessatorio e persecutorio» nei confronti delle imprese del settore industriale estrattivo del travertino romano. E proprio «il cospicuo numero di atti posti in essere, nonché l’atteggiamento di assoluta preclusione al dialogo e financo di scherno e minaccia serbato nei confronti delle aziende – concludono i legali – peraltro a differenza di tutti gli altri dirigenti, funzionari ed assessori […] portano ad escludere il profilo colposo della condotta in oggetto». L’apertura di un fascicolo è atto dovuto, non il primo contro Paola Piseddu già interessata da altro procedimento penale iscritto nel registro nel 2019 per i reati, appunto, di falsità materiale, abuso d’ufficio e omissioni d’atti d’ufficio.