Guidonia, la crisi nella maggioranza 5Stelle spacca il gruppo dem e manda il Pd alla resa dei conti
GUIDONIA – Ognuno per sé, Dio per tutti? Le posizioni eterogenee all’interno del gruppo consiliare del Partito democratico emergono con forza nella crisi dell’amministrazione 5Stelle, tracciando differenze forse incolmabili. Le divergenze di posizione sono, del resto, sotto gli occhi di tutti: Simone Guglielmo, nelle scorse ore, ha diramato un comunicato stampa netto nei contenuti. A suo dire non c’è modo di salvare l’avventura grillina al governo della terza città della regione, nemmeno in parte, scorporando all’abbisogna le convergenze ideali con pezzi di movimento, nella comune prospettiva di sinistra e resistenza. Il movimento deve andare a casa e basta, senza se né ma e subito. Nella stessa misura e nello stesso momento, l’altro consigliere dem Emanuele Di Silvio, commentando i noti fatti delle dimissioni penstastellate in consiglio, escludeva senza novità ogni possibile intesa attuale e futura con i 5Stelle, auspicando imminenti passi indietro di Michel Barbet e della sua litigiosa maggioranza. Nessuna posizione pubblica espressa dal capogruppo Paola De Dominicis veniva invece registrata, nemmeno sui social. Contattata oggi al telefono, affida a poche dichiarazioni il suo pensiero: «Da un anno chiedo il confronto nel partito per sciogliere nodi storici e palesare posizionanti. La urgenza di un chiarimento è resa quantomai necessaria dalle posizioni singole e individuali emerse all’interno del gruppo consiliare nella circostanza di questa crisi. Nessuna apertura al movimento 5Stelle e subito dimissioni di Barber, anche se dubito di una reale possibilità di scioglimento anticipato dell’amministrazione». Il riferimento di De Dominicis è al terzo, differente dagli altri due, posizionamento di Mario Lomuscio. Che oggi, in alcuni ragionamenti affidati alla penna della giornalista Gea Petrini sul sito online Dentro Magazine, non parla mai dei 5Stelle, men che meno dei 5Stelle in crisi, né chiede le dimissioni al sindaco. Ma in un ragionamento astratto, che presta il fianco a interpretazione contrastanti,, invoca «un grande laboratorio per costruire l’alternativa per Guidonia Montecelio». Quasi un accorato appello ai suoi di lenire e colmare i vuoti dell’amministrazione grillina «in un momento dell’emergenza sanitaria, sociale e economica che ha investito la terza città del Lazio come il resto del Paese». Senza spiegare nessuna eventuale volontà di andare in soccorso di Barbet a corto di numeri in consiglio comunale, piuttosto lasciando intendere di essere disponibile a scavallare l’attimo con l’adozione di provvedimenti straordinari per il bene di Guidonia. Quali si vedrà. Quindi, Lomuscio lancia l’appello alle forze sane, chissà se da testare attraverso tamponi seriologici di legalità. Il richiamo alle stagioni passate («delle vicende giudiziarie e del grande debito lasciato sulle spalle dei cittadini dalla precedente amministrazione») traccerebbe poi la strada univoca di una alleanza con i grillini, gli unici a Guidonia a non essere ancora incappati in storie di indagini (ma c’è tempo). Si vedrà se l’alleanza funzionerà da subito, attraverso un aiuto politico nel «laboratorio» ipotizzato, o dopo. A elezioni da confezionare per tentare di tornare a vincere nelle urne a distanza di 15 anni, anche con una ritrovata alleanza di simboli di sinistra. Alternativi al civismo preesistente nella roulette del primo turno, ovviamente al centrodestra. Un progetto ispirato all’esperienza di Ideazioni a Tivoli, esempio di discontinuità di non grande fortuna. Per ora siamo alle «basi» dice Lomuscio. A qualcosa che è in divenire. Che però potrebbe proprio non coincidere mai con chi sogna invece una grande alleanza tra i big delle preferenze, all’interno di liste civiche dai nomi verosimiglianti. L’argomento è più che mai d’attualità politica per l’ indicazione del candidato sindaco, sempre privilegiato nell’elezione certa in consiglio comunale.