Regione Lazio, l’intesa possibile su un governo Pd e 5Stelle corrobora le suggestioni locali
ALLA Regione Lazio si va verso «una intesa forte» tra i 5Stelle e il Pd e pure in Emilia Romagna gli stellati potrebbero fare la stampella salva Stefano Bonaccini e apparati. Una alleanza ai massimi sistemi del potere che passi (anche) per l’entrata di Roberta Lombardi nella cabina di regia del movimento: sei teste al posto di una, quella di Luigi Di Maio. Il capogruppo alla Pisana non nasconde lo scenario a L’aria che Tira dove è stata ospite stamattina. La formula del capo in solitaria non incastra con le esigenze di una politica moderna, del movimento in primo luogo. Lei ci sarà, la domanda della conduttrice Mirta Merlino? Lombardi è sempre più la donna all’ombra delle manovre che cambieranno fisionomia al governo regionale? Sicuramente ha preso forza dalla debolezza dell’antagonista Davide Barillari, in questi giorni colpito dall’onta di un presunto coinvolgimento nelle maglie di una inchiesta giudiziaria. Barillari e il Pd sono come l’acqua e l’olio: non si mischiano. E una scissione interna al gruppo regionale sarà necessaria per riprodurre in Regione il modello giallo rosso al governo del Paese. Una scelta da compiere di pari passo con la ristrutturazione del movimento. Per il Corriere della Sera, che ne scrive oggi, ciò avverrà attraverso «lo schema delle sei aree di competenza che i sei big pentastellati dovranno curare» dalla cabina di regìà.«I facilitatori si occuperanno di territorio e riforma dei Meet-up, comunicazione, Regioni, Comuni, consiglieri comunali, Formazione e risorse umane. Si tratta – scrive il quotidiano – di aree che servono a maggiore strutturazione territoriale e che – nelle intenzioni – servono per una interazione più forte con la base, in modo da non ripetere quelle frizioni e quella presa di distanza emersa nell’ultimo periodo, in special modo sul tema delle candidature alle Regionali».
Quindi, la capogruppo pentastellata alla Regione Lazio dovrebbe sedere nel cerchio con coordinate politiche precise, indicate proprio dal garante Beppe Grillo: accordo con il Partito democratico, anzi patto di governo, con ampi poteri di gestione dei dirigenti e dei quadri sui territori. Una svolta destinata ad avere ripercussioni locali. Nella terza città della regione dove le suggestioni prendono forma. Per il momento quelle della chiacchiera da corridoio ma da un principio bisognerà cominciare. Guidonia è grande e non sfugge alle logiche di chi sta con chi anche nell’ottica dei futuri assetti. Le sinergie d’intenti iniziano del resto a farsi visibili. Una parte dei 5Stelle ha una storia tutta a sinistra che piace molto al Pd rimasto legato ai manierismi post comunisti. Il presidente della commissione Cultura, sport e pubblica istruzione Matteo Castorino riscalda i cuori dei «compagni» quando prende parola e la suggestione di spenderlo a capo di una potenziale coalizione di sinistra sinistra serpeggia tra gli addetti ai lavori. Ipotesi, suggestioni appunto. Intanto la condivisione è passata per le mozioni sui diritti civili (ius soli e ius culturae) proposta dal dem Mario Lomuscio, tra i più sensibili ai richiami ideali. A livello locale, la compartecipazione attraversa poi i servizi sociali, la cultura, il lavori pubblici dove il Pd gioca il ruolo di sprone per il miglioramento degli obiettivi. È così che negli ultimi tempi, anche con un certo successo, negli assessorati qualcosa si muove su più di un fronte. Ogni previsione è di certo prematura. Mancano poco più di due anni e mezzo alle elezioni cittadine. Anche se le rivoluzioni ai piani alti della politica regionale producono scossoni. È la farfalla che sbatte le ali in via Cristoforo Colombo e produce reazioni a Guidonia. Al netto della febbre da candidite sul termometro dei consiglieri 5Stelle. Tutti voglio esserci ancora nel consiglio comunale che verrà. La sindrome della poltronite, non risparmia proprio nessuno