GUIDONIA – Per il dirigente all’Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio Paola Piseddu, la procedura di affidamento dell’appalto presenta «criticità ritenute preclusive per la stipula del contratto» con Tekneko. Con queste motivazioni Piseddu ha revocato (oggi) in autotutela la determinazione di aggiudicazione dell’appalto per lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti urbani, firmata dal predecessore Marco Simoncini il 21 dicembre del 2017.  Salvo contenziosi dietro l’angolo che potrebbero portare al blocco del servizio di smaltimento dell’umido, Tekneko opererà d’ora in avanti in regime di variante contrattuale all’appalto «madre» sulla raccolta e il trasporto del rifiuto differenziato, in essere tra l’azienda e l’Ente dal 2015, e smaltirà la frazione umida al prezzo di 130 euro a tonnellata e non di 139 come l’appalto ora bocciato prevedeva.  

Una storia lunga e piena di colpi di scena quella dell’appalto relativo al servizio di smaltimento dell’umido nella terza città della regione Lazio (leggi qui). Fino all’affidamento diretto, grazie a una proceduta di gara semplificata, deciso appunto da Simoncini con la determina 123 del 21 dicembre 2017, dopo che l’ennesima gara (classica) ad evidenza pubblica bandita dall’Ente su criteri di concorrenza tra candidati (e affidata alla Stazione unica appaltante della Città metropolitana di Roma) era andata deserta. Un appalto della durata di 30 mesi + 6, per un ammontare complessivo di 3,5 milioni di euro iva esclusa che non aveva richiamato pretendenti. Da qui la scelta del dirigente di procedere con una «non gara» a «trattativa privata», assegnata a Tekneko con il metodo della «procedura negoziata» introdotta per quella soglia economica dal nuovo codice degli appalti. Una aggiudicazione alla quale avrebbe dovuto far seguito la stipula del contratto, che però dal dicembre del 2017 non è mai avvenuta.

Un affidamento per di più antieconomico per il Comune: la contrattazione diretta con il contraente decisa da Simoncini invece di portare benefici al Comune ne aveva visto lievitare i costi. L’amministrazione ha pagato 139 euro a tonnellata (al netto di iva) dal 1 gennaio 2018 fino ad oggi. Nel periodo precedente, per lo stesso servizio, aveva speso 130 euro a tonnellata a beneficio della stessa azienda avezzanese, chiamata già a fine 2016 a operare in via d’urgenza.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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