GUIDONIA –  La rilevazione su piattaforma Geo-Ict 3D (tridimensionale) a quanto si legge rappresenterebbe «un indispensabile punto di partenza per le future operazioni di controllo e di pianificazione» dell’area del bacino estrattivo. E per questa ragione la spesa di 35mila euro non è solo utile ma indispensabile. Al punto di bypassare tutte le lungaggini burocratiche delle procedure ordinarie avviandone una «negoziata» con 5 imprese leader del settore. Obiettivo? Scegliere a chi affidare lo specifico servizio di «rilievo aereo e batimetrico per la caratterizzazione morfologica e morfometrica dei bacini estrattivi». Una sorta di rilevazione postuma, a provvedimenti istruiti e conclusi, alcuni definiti con la revoca all’autorizzazione a cavare, dei vuoti o presunti abusi ambientali denunciati dal dirigente all’Ambiente Paola Piseddu in questi mesi.

È la prima  volta che il Comune di Guidonia Montecelio si affida alle tecnologie di ultima generazione per fotografare lo stato dei luoghi. Nella determina che impegna i 35mila euro per lo studio tridimensionale è infatti scritto che la passata campagna di rilevazione, risalente agli anni 2012/14, pur nella sua utilità di verifica del «rispetto, o del discostamento, dello stato dei luoghi dai piani di coltivazione per alcune tra le cave in proroga» è insufficiente e superata. E quindi, «allo stato attuale ed anche in base agli obiettivi assegnati, occorre avviare un diverso tipo di rilevazione, che sia in grado (considerata l’estrema mutabilità del territorio nella zona del bacino estrattivo soggetta a continui cambiamenti a seguito di escavazione) di rilevare la totalità del bacino estrattivo tramite sistemi che permettano l’aggiornamento nel tempo e la ricostruzione in 3D del modello del territorio, anche finalizzato alla pianificazione territoriale». Sarà la prima variante urbanistica tridimensionale della storia della terza città del Lazio?

Il Centro per la valorizzazione del travertino romano

Il settore del travertino romano, in una recente riunione, ha rilevato l’esigenza di pervenire ad un piano organico di pianificazione in grado di contemperare tanto le esigenze di sviluppo economico del bacino estrattivo, quanto quelle di riqualificazione ambientale dell’intera area estrattiva, attraverso un “Piano di sviluppo, recupero e riqualificazione del Polo estrattivo”.

L’obiettivo generale  del «Piano di sviluppo e di recupero ambientale» dell’intera area dei travertini, è di garantire una razionale prosecuzione delle attività  di cava, nonché un organico e progressivo risanamento morfologico e paesaggistico del Polo estrattivo, raccordando e coordinando tutte le attività interne al Polo stesso. Il «Piano di sviluppo e di recupero ambientale» dovrà, in maniera esaustiva, disegnare il processo di completamento della coltivazione potenziale e di riqualificazione ambientale dell’intero comparto.

Sotto il profilo ambientale, il Piano ha lo scopo di prevedere e programmare l’insieme degli interventi finalizzati alla ricomposizione dell’assetto topografico, geomorfologico, idraulico e vegetazionale finale delle aree interessate dall’attività di coltivazione, idoneo ad accogliere gli usi e le destinazioni che dovranno diventare oggetto della pianificazione urbanistica, coerentemente con gli indirizzi e le previsioni che saranno adottate in materia condivisa dagli Enti territoriali competenti.

Pertanto al fine di fornire valide proposte progettuali agli Enti territoriali il Centro per la valorizzazione del travertino romano e Unindustria si avvarranno del know-how di dipartimenti accademici romani di prima rilevanza, in particolare il dipartimento di Ingegneria dell’università di Tor Vergata e l’università La Sapienza, dipartimento di Ingegneria ambientale.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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