REGIONE LAZIO – Non diffonde immagini e/o contenuti vietati.  Non ha nemmeno finalità ludiche o di induzione alla ludopatia per dipendenti e cariche elettive del Consiglio regionale del Lazio. Né è stato soggetto a provvedimento dell’autorità giudiziaria. Eppure questo Blog di informazione locale e indipendente, con finestre sulle attività della struttura regionale nel suo complesso, dividendo tra quelle della Giunta e dell’assemblea regionale, è finito nella lista nera dei siti indesiderati, inaccessibile ai dipendenti del consiglio regionale del Lazio. Alle segreterie dei gruppi consiliari, agli stessi consiglieri regionali. Da oggi, ma chissà da quanto tempo, oscurato sulla base di non meglio note disposizioni, scritte o semplicemente comunicate a voce al centro elaborazione dati della Pisana. Un fatto davvero singolare. Dal momento che altri Siti e/o Blog d’informazione rimangono ancora oggi (ne sono dimostrazioni le immagini  qui pubblicate) perfettamente accessibili per chiunque voglia accedervi dai Pc di servizio durante l’orario d’ufficio. Il che arricchisce la vicenda degli inevitabili retroscenismi: forse i contenuti del Blog sono rimasti indigesti a qualcuno che, per motivi personali e con provvedimento d’impeto e d’imperio, ne ha impartito la censura?

La domanda è conseguente: la Presidenza dei Consiglio regionale, nella persona di Daniele Leodori è a conoscenza del fatto? Possibile che una istituzione di quella rilevanza democratica si sia resa complice, o direttamente artefice, di un provvedimento ingiustificato e gravissimo sul piano del diritto all’informazione, in netto contrasto con le disposizioni dell’articolo 21 della Costituzione italiana che garantisce la libertà di espressione e di pensiero oltre alla libertà di stampa? Così, senza tirare in ballo il partito di appartenenza di Leodori, il Pd che pure di tali imprescindibili libertà ha fatto sempre una bandiera, si vorrebbero capire le implicazioni che hanno portato all’oscuramento del Blog. Confezionato di diritto da un giornalista professionista, al pari di altri Siti e/o Blog rimasti invece perfettamente consultabili negli uffici della Pisana.

Le amministrazioni pubbliche in materie di lista nera devono attenersi alle leggi e a una direttiva ministeriale del 2010  che rinvia al datore di lavoro pubblico il compito eventualmente di limitare l’accesso dei dipendenti pubblici a Internet. Non è il caso della Pisana che consente al personale di collegarsi con Siti, Blog d’informazione sotto la responsabilità amministrativa di chi è tenuto a tratteggiare il perimetro di applicazione della censura. Gli unici obblighi, previsti nella direttiva perché imposti dalla legge, sono quelli di dotarsi di software idonei a impedire l’accesso a siti internet aventi contenuti e/o finalità vietati. Per il resto le amministrazioni decidono in via discrezionale cosa rendere accessibile. E alla Pisana le regole le fanno in base al livello di gradimento dell’informazione.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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