Dirigenti in fuga, Simoncini verso Roma capitale. Macchina amministrativa nel caos, e l’assessore cambia il fabbisogno del Personale come i kleenex
GUIDONIA – Marco Simoncini in fuga verso Roma Capitale. Il dirigente ai Lavori pubblici ha chiesto e ottenuto il nulla osta di trasferimento grazie a una procedura di mobilità aperta dall’amministrazione di Virginia Raggi. E lascia scoperto un settore strategico. Intanto la giunta municipale rimette mano al Piano del fabbisogno del personale. È la terza volta dall’avvio del governo 5Stelle. Nemmeno la precedente amministrazione di centro destra aveva fatto meglio. L’atto relativo alla programmazione triennale delle assunzioni è indispensabile per fissare la spesa certa nel bilancio comunale. Una rivisitazione a quanto pare necessaria per prevedere una nuova figura dirigenziale, casella lasciata vacante da Simoncini, ma anche per assorbire un paio di operatori scolastici. Tutto modificato il 19 luglio scorso con la ennesima delibera di giunta. Per ora basta così. Anche se le cassandre di palazzo annunciano all’orizzonte altre defezioni. In partenza sarebbe anche il capo dei Vigili urbani, Marco Alia, direzione Viterbo. E Paola Piseddu, il dirigente all’Ambiente, lavorerebbe anche lei per passare ad altro incarico. In passato, abbandoni si erano già verificati tra i funzionari che hanno scelto le mobilità verso altri comuni, o la obbligata messa a riposo per sopraggiunti limiti di età.
Una macchina burocratica che si sfalda, con un indirizzo politico incapace di avviare un’opera di rivisitazione degli assetti. Come anche di effettuare quelle rotazioni obbligatorie per legge. Non solo tra i dirigenti ma anche tra i funzionari detentori di posizione organizzativa. Alcuni sono inamovibili da 15 anni. È il caso di Massimo Agosti, vice capo del settore Affari generali. Di Antonina De Francesco, stessa mansione al Personale, che occupa quella casella da 10 anni. Eppure il piano anticorruzione nazionale, recepito da quello comunale, prevede obbligatoriamente lo spostamento frequente di queste figure, invece gli assetti restano quelli della vecchia amministrazione, di quella prima ancora. Per non parlare della messa a bando (interno) delle posizioni organizzative rimasta lettera morta, la cui assegnazione comporta, oltre alla responsabilità del ruolo, emolumenti aggiuntivi di funzione e di risultato per i dipendenti che ne sono detentori. Una selezione tra i più titolati doveva essere lo strumento di individuazione delle posizioni organizzative, ma a distanza di un anno dall’insediamento del governo 5Stelle, vige l’immobilismo amministrativo. Una incapacità nel mettere ordine, imputabile in primo luogo all’assessore al Personale Romina Polverini che, seguendo il programma elettorale con il quale la sua compagine politica si è affermata un anno fa, avrebbe già dovuto operare una rivoluzione. Invece cambia il fabbisogno come i kleenex e si adegua al principio del tanto peggio tanto meglio. Chissà che ne pensano il Prefetto di Roma e il capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone.