A 600 metri dal centro abitato, tratterà 500.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Nella carte depositate in Regione, l’anatomia dell’impianto di Albuccione
All’attenzione della Conferenza dei servizi (non ancora calendarizzata), lo studio di impatto ambientale su quantità di emissioni in atmosfera e soglia di accettabilità del rumore. Ma anche la regolarità della procedura urbanistica. L’amministrazione Barbet chiamata ad esprimersi
GUIDONIA – Sorgerà su un’area di circa un ettaro situata tra via Umberto Agnelli e via Enrico Forlanini; avrà una distanza di 600 metri dal centro abitato del problematico quartiere di Albuccione (già alle prese con i roghi tossici); avrà una capacità di trattamento di 462.000 tonnellate annue di rifiuti (sulle max 500.000 consentite), una quantità, come dire, non certo irrilevante. L’impianto per la lavorazione di scarti industriali destinati alla produzione di cemento e conglomerati bituminosi di proprietà della Edil Moter Srl dell’imprenditore Mauro Ceci, prende forma e consistenza nei progetti depositati alla Regione Lazio. Ente che dovrà rilasciare, acquisiti i pareri di altri soggetti giuridici tra i quali il Comune di Guidonia Montecelio, le autorizzazioni e i nulla osta di impatto ambientale, al termine del ciclo di Conferenze dei servizi non ancora calendarizzato sul portale istituzionale della Regione Lazio.
Al termine della procedura amministrativa, finalizzata a registrare eventuali limiti, osservazioni, prescrizioni, l’attività industriale, pianificata negli anni, potrebbe iniziare a concretizzarsi grazie al rilascio delle autorizzazioni necessarie a costruire l’impianto. Anche l’amministrazione comunale di Michel Barbet, sindaco del Movimento 5Stelle, sarà chiamata a confermare la bontà delle procedure di cambio di destinazione d’uso di quelle aree. Divenute industriali produttive grazie a una variante urbanistica votata dal consiglio comunale il 17 novembre del 2010. Un intervento che modificava il Prg del 1976, nel particolare i confini del Piano di intervento produttivo in località Tavernelle, meglio noto come Pip/2, adottato dalla Giunta regionale del Lazio con delibera del 1999. A certificare la regolarità della procedura fu l’ex dirigente all’urbanistica comunale Angelo De Paolis, con atto di competenza del 19 novembre del 2015, divenuto parte integrante della documentazione progettuale depositata in Regione, oggetto quindi del processo autorizzatorio all’attenzione della Conferenza dei servizi che dovrà pronunciarsi anche sul permesso a costruire avanzato dalla società.
A firmare il progetto dell’impianto (su incarico di Edil Moter), l’architetto Alfonso Rubeis (nipote dell’ex sindaco Eligio), è invece opera del geologo Leonardo Nolasco (figlio del potente ex dirigente regionale Francesco) la relazione di impatto ambientale, firmata assieme all’ingegnere Alessia Pontilli. I due professionisti hanno imperniato lo studio sui fattori di rischio relativi “alle emissioni in atmosfera, e al rumore” per i quali sono stati prodotti due documenti monografici denominati “Studio del traffico in atmosfera” e “Valutazione previsionale di clima acustico”. A pieno regime l’impianto lavorerà per dieci ore al giorno, dalle 7 del mattino alle 17. Per Nolasco e Pontilli, la simulazione sull’impatto ambientale eseguita nell’area, non vìola i parametri di legge, rientrando nella normali attività di quel tipo di impiantistica.
La funzione industriale si concentrerà prevalentemente sul recupero e riutilizzo di rifiuti inerti provenienti da scarti di costruzione e demolizione, prodotti di attività artigianali, commerciali, industriali e civili; l’impianto, va ricordato, è localizzato in un’area a ridosso della ex statale Tiburtina, a poca distanza da altri insediamenti considerati impattanti per l’ambiente come la Avr di via Fratelli Gualandi, sito operante a pochi metri dal centro commerciale Tiburtino e dalla sede della Asl di zona, dove già si recuperano materiali da destinare alla produzione di bitumi stradali.
La Edil Moter Srl, la società dell’imprenditore Mauro Ceci, è invece nota alle cronache per avere realizzato il contestato Tmb dell’Inviolata, per essere incappata nelle maglie della giustizia penale a causa dei presunti abusi edilizi commessi proprio in relazione all’impianto del gruppo cerroniano a tutt’oggi sotto sequestro preventivo. Negli anni della amministrazione di centro destra, aveva intensificato la sua attività di impresa edile a 360 gradi. Con l’amico Eligio Rubeis alla guida di Palazzo Guidoni si era aggiudicata nell’ordine gli appalti della manutenzione straordinaria delle strade comunali; la realizzazione della controversa nuova viabilità Selciatella Tor Mastorta (Fondi Plus); la costruzione del nuovo Tmb cerroniano all’Inviolata, nonché tutte le contestate rotatorie spuntate come funghi in città; le opere di urbanizzazione dell’area produttiva Pip2; la costruzione del più grande capannone industriale interno al Car (Centro agroalimentare).
ALLEGATO PDF progetto impianto
(fonte portale istituzionale Regione Lazio)